Viaggio nei sensi

Viaggio nei sensi – Il Salato

Il salato è un guizzo verticale, una scossa elettrica che risveglia la memoria

Roberto Cipresso
18 Settembre 2025
5 min di lettura
#Viaggio nei sensi #articoli AIS
Cari amici, bentrovati al nostro secondo appuntamento con il "Viaggio nei Sensi" per la rivista "Vita" di AIS.
Oggi ci immergiamo in una dimensione più profonda e inquieta, un richiamo ancestrale che vibra nell'aria e nel palato. Parliamo della sapidità, del salato.
Come sempre, il mio intento non è spiegarvi la chimica del cloruro di sodio, ma la sua anima.

È una sensazione che va oltre il semplice sapore, è la percezione tattile della struttura del vino. È la spina dorsale che sostiene la complessità, il motore che spinge la persistenza. Un vino salato è un vino che non stanca, che invita al sorso successivo, che pulisce il palato lasciando una scia di energia.

La Salinità non è Salatura
Non confondiamo la salinità, che è un pregio, con la salatura, che è un difetto. La salatura è un eccesso, una nota aggressiva che copre tutto il resto. La salinità, invece, è equilibrio. È la capacità di un vino di integrare la sua componente acida e minerale in una trama setosa e profonda.

È una caratteristica che si trova nei grandi vini bianchi di mare, come quelli della Loira o della Borgogna, ma anche in certi rossi di montagna, dove la roccia e l'altitudine scolpiscono un profilo teso e vibrante.
Per me, il salato è un guizzo verticale, una scossa elettrica che risveglia la memoria; è il sapore della sopravvivenza, del sudore sulla fronte di chi lavora la terra o solca i mari, è l'essenza scarna di ciò che resta quando togliamo il superfluo. Ho cercato questa vibrazione non solo nel bicchiere, ma ovunque essa risuoni con la stessa urgenza. L'ho trovata nelle pagine intrise di salsedine di Hemingway e Melville, dove il mare è sfida e ossessione; l'ho ascoltata nel graffio di una chitarra elettrica o in un fado struggente che canta la mancanza. Nell'arte, il sale mi appare nelle figure scarne e tese verso l'infinito di Giacometti o nei mari in tempesta di Turner.
Il salato non dà pace, ma dà sapore all'esistenza, spingendoci, come un moderno Ulisse, verso orizzonti sempre nuovi.
Un piccolo assaggio di un'esplorazione che spero vi coinvolgerà.
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Roberto Cipresso

Roberto Cipresso

Consulente Enologico e Autore. Esperto di terroir e viticoltura.

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